Poesia & Poeti
Vittorio Locchi
Vittorio Locchi nacque a Figline Valdarno (Firenze) l’8 marzo 1889.
Dopo i primi studi compiuti a Firenze, si stabilì a Venezia.
Partecipò alla prima guerra mondiale e fu presente alla presa di Gorizia, nel 1916. Evento che ispirò il suo
poema “Sagra di Santa Gorizia”.
Dopo la sua morte, avvenuta il 15 febbraio 1917 a Capo Matapan (Grecia) in seguito all'affondamento del
piroscafo "Minas" che trasportava un contingente di truppe dirette in Macedonia, l’editore Ettore Cozzani
pubblicò nella rivista d’arte Eroica, oltre alla “Sagra di Santa Gorizia”, anche le liriche: “La sveglia”,
“Il testamento”, “Le canzoni del Giacchio”, “I sonetti della malinconia” e altre.
La sua produzione poetica, a parte i canti di guerra, rivive la classicità lirica toscana che echeggia in
Cecco Angiolieri, nel Poliziano, nel Magnifico e infine nel Carducci satirico.
Vittorio Locchi nacque a Figline Valdarno (Firenze) l’8 marzo 1889.
Dopo i primi studi compiuti a Firenze, si stabilì a Venezia.
Partecipò alla prima guerra mondiale e fu presente alla presa di Gorizia, nel 1916. Evento che ispirò il suo
poema “Sagra di Santa Gorizia”.
Dopo la sua morte, avvenuta il 15 febbraio 1917 a Capo Matapan (Grecia) in seguito all'affondamento del
piroscafo "Minas" che trasportava un contingente di truppe dirette in Macedonia, l’editore Ettore Cozzani
pubblicò nella rivista d’arte Eroica, oltre alla “Sagra di Santa Gorizia”, anche le liriche: “La sveglia”,
“Il testamento”, “Le canzoni del Giacchio”, “I sonetti della malinconia” e altre.
La sua produzione poetica, a parte i canti di guerra, rivive la classicità lirica toscana che echeggia in
Cecco Angiolieri, nel Poliziano, nel Magnifico e infine nel Carducci satirico.
LA SERA SULL’ARNO
Oh dolce in terra d’Arno, la sera di Giugno, vagare per le colline accese dal sereno tramonto. Tremano l’alberelle sentendo la notte che viene, sopra i cipressi chete si accendono le stelle. Come una nave immensa nel mare de’ piani ancorata, sventola il Pratomagno gli stendardi dei nuvoli. Dal suo balcone affacciasi a rider sui sogni la luna, e l’amor mio s’affaccia, su la deserta via. Vittorio Locchi “Elegie del Sereno”, L’Eroica, Milano, 1934 |
MALINCONIA
Se si sapesse quanto maledetto strazio c’è dentro al cuor d’ogni mio verso; se si sapesse quanta gioia ho perso e quanto sonno a volte pe’ un sonetto; se si sapesse come m’assaetto per vivere, e mi va tutto a riverso, come mi stronco, e veleno mi verso per vino, e mi do pane di stiletto; si ascolterebbe più queste mie pazze canzoni piene di malinconia come si ascolta ogni verace pianto. Invece mi si lascia qua in un canto, mentre i giullari ingrassano in gavazze. Laudata sempre sia la poesia! Vittorio Locchi “I sonetti della malinconia”, L’Eroica, Milano, 1930 |