Paesaggi
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GIOVE, IL VESCOVO, IL TRITTICO: SAN GIOVENALE
San Giovenale: e subito viene in mente Masaccio. Infatti è in questa chiesetta, a pochi passi da Cascia di Reggello (Firenze) che, nel 1961, Luciano Berti riconobbe in una tavola dipinta, collocata dietro l’altare maggiore, l’impronta di Tommaso di Giovanni Cassai detto Masaccio. Il dipinto, datato 23 aprile 1422, è considerato una delle prime opere dell’artista.
"La chiesa di S. Giovenale con breve del 1052 fu ammensa- ta dal vescovo di Fiesole Jacopo Bavaro al capitolo della sua cattedrale insieme con tre poderi da esso lui acquistati.” (1) Le notizie storiche riguardanti questo edificio e il suo territo- rio, sono piuttosto scarse e tutte da verificare. La chiesa, intitolata a San Giovenale vescovo di Narni, “ fu ristrutturata durante il XIII secolo: essa divenne una piccola chiesa romanica con l'abside semicircolare rivolta verso il sorgere del sole come quella della pieve. Nel 1861 fu completamente trasformata ed addirittura ne fu invertito l'orientamento che solo dopo il recente restauro è stato ripristinato; tuttavia si sono ormai perduti l'abside ed il fascino della sua antica struttura.” (2) La località è arricchita da alcune interessanti case coloniche. Pregevole anche la villa Massangioli: edificio ristrutturato nel seicento dai Carnesecchi, probabilmente sull’impianto di una più antica struttura. Note (1) E. Repetti, “Dizionario geografico fisico storico della Toscana”, Volume secondo, Firenze,1835. (2) I. Becattini, “II territorio di San Giovenale ed il Trittico di Masaccio. Ricerche ed ipotesi” www.carnesecchi.eu/pagina14.htm (RC) |
TOPONIMO S. GIOVENALE
Studi filologici di Maria Luisa Fantoni Giovenale, nome proprio di persona di derivazione latina: in origine è IUVENALIS, con matrice Iuvenis = giovane, vorrebbe dunque significare Iuven + alis = uomo giovanile, o anche “che si ammanta di giovinezza”. Un’accreditata teoria degli ultimi tempi, vuole posto il toponimo S. Giovenale in relazione a “un luogo delle piagge” che, sito in territorio reggellese, si allarga tra il torrente Resco e il tracciato antico della Cassia Vetus. Anche la chiesetta omonima che ivi sorge e, come pare, di età paleocristiana, è dedicata a San Giovenale. In passati studi etimologici, da me curati sotto la tutela di un rimpianto professore, emerse una velata quanto suggestiva e poco dimostrabile teoria. E, seppure col beneficio di una certa dubbiosità, non trascurerei di rammentarla. Ipotizzammo, allora, a livello di misteriosa assonanza, l’accostamento di Iuven-alis ad una precedente base latina, Iov+alis col significato di “Giovale” ovvero relativo a Giove, lasciando intravvedere una remota possibilità: che in tempi lontani un’area sacrale pagana dedicata a Giove possa aver preceduto, in quel luogo, il culto cristiano che si sarebbe praticato in seguito nella chiesina intitolata a San Giovenale. La contaminazione che già a livello di fonesi può riscontrasi fra due termini come questi, che ora esaminiamo, andrà riferita almeno in parte alla situazione antropica di allora. Nel primo millennio i protocristiani condussero pratiche religiose che magari non si saranno distanziate in maniera drastica dalle espressioni cultuali di un mondo pagano preesistente in quelle terre. Per di più, qui vale una regola che è quasi generale, in ambito rurale e contadino, più appartato, provinciale, spesso il popolo mescola le verità dogmatiche e principi della nuova fede monoteistica a tutto un panorama di credenze religiose vaghe e inquietanti donde prendono a scaturire paure pregresse, suggestioni in ombra sempre e per forza palesate in ordo superstitionis, sul parametro del terrore vano. Forse agli albori dell’età cristiana, al ricordo non ancora sopito di aure pagane, l’immaginazione popolare si sarà figurata, tante volte, l’identità dei Santi con tendenze e attribuzioni connaturali alle deità primigenie. Non deve essere stato, in questa fase di transizione, del tutto netto il limite fra i criteri religiosi del passato e quelli del presente, come non sarà stata subito chiara, in termini di fede, la forza carismatica di un nume passato rispetto a un Santo del presente. E volendo, infine, riportare la questione su un ordine più compiutamente etimologico, a livello di contaminazione e mescolanza di termini va anche detto che in quel passato contesto storico, le persone istruite erano pochissime; i nomi propri, tutte le parole in genere, venivano soltanto compresi a orecchio, riconosciuti al loro suono e quasi mai veduti scritti da parte di un popolo sicuramente religioso ma di fatto illetterato. Spesso un nome, sia pure nobilitante o appartenente a una divinità, una volta frainteso e ripetuto erroneamente veniva così tramandato per sempre. IUVENALIS nel successivo passaggio di forma a IOVENALIS (Giovenale) e in netta parentela di voci si potrebbe compenetrare col ricordo ancora vivo di IOVALIS (di … relativo a … appartente a Giove) dando luogo, nella fusione del suono, a commistione di significati. |