Pittori
Johan Zoffany
Johan Zoffany nacque a Francoforte sul Meno il 13 marzo 1733. Dopo aver studiato a Ratisbona come allievo di Martin Speer, nel 1750 fu a Roma. Nel 1761 si trasferì in Inghilterra e vi restò fino alla morte, avvenuta l’11 novembre 1810, ad eccezione di una permanenza nel continente (nel 1773 a Firenze, nel 1776 a Vienna) e in India (1783-89), dove dipinse ritratti di principi indiani. Suggestionato da William Hogarth, le sue opere di “conversation pieces” rappresentano un’attenta analisi pittorica dei personaggi e degli ambienti del tempo. |
Il Dr. Paolo Piccardi, nello sfogliare i libri di ricordanze della SS. Annunziata di Firenze, giorno dopo giorno trovava notizie riguardanti un frate, molto abile nel fare serrature. Dopo la sua morte gli Accademici del Disegno ne pretesero il ritratto, eseguito da un certo “Zofane”.
Finalmente, lo stesso studioso, è riuscito ad identificare il dipinto che è agli Uffizi di Firenze. ASFI Corporazioni religiose soppresse dal governo francese 119 57 Libro di Ricordanze segnato “G” Spoglio di Paolo Piccardi Pag. 528 - 19 Ottobre 1766 Terminano i lavori di restauro della Sagrestia. Tutto in esso si ammira di nuovo, ad esclusione del vaso che fin dall’anno 1459 fu edificato da’ Signori Capitani di Parte Guelfa. Si mossero ad ordinare la fabbrica suddetta nella quale spesero la somma di 500 fiorini per due morivi: primo per la devozione alla nostra chiesa e all’altare della SS. Nunziata aveva, ed ha sempre avuto la città di Firenze, e con essa i Magistrati che la governavano, i quali, terminato il Governo, prima di subire il sindacato nella Curia del Podestà, dovevano portarsi in pompa alla nostra chiesa, conforme si praticava da tutti i Consoli dell’Arte nel dì 25 Marzo fin dall’anno 1394. L’altro motivo fu un atto di gratitudine verso il nostro convento, i di cui religiosi, che erano stati Camarlinghi del Comune e sopraintendenti alla fabbrica delle mura del terzo cerchio della città, custodivano ancora la cassa della parte Guelfa. Questa cassa lavorata di marmo bianco con esquisito lavoro nell’anno 1451 da Salvi di Lorenzo Marochi, e da Zanobi di Luca, servì di poi per formare i bellissimi stipiti della porta interiore della nostra Sagrestia, come ancora al presente si vede. ... Fu dato incarico al Sig. Filippo Ciocchi architetto del nostro convento il disegno de’ novi armadi e l’esecuzione de’ medesimo a F. Andrea Casciani, nostro Converso, assai preclito nell’arte di falegname da cui, con l’aiuto di vari garzoni furono costruiti e impiallacciati di bellissime radiche di noce i detti armadi con quella puliza, che richiama la comune ammirazione di chi si porta a vedergli. Reca ancora stupore il non scoprirsi in tutta la gran mole degli armadi suddetti alcun ferramento, mentre tutti si affidano a certi perni interiori, inventati ed eseguiti dal nostro Religioso Converso F. Gio. Poggi fiorentino, uomo quanto celebre nella finezza del lavorare di magniano, altrettanto eccellente per il raro suo ingegno nell’invenzioni meccaniche. Nel tempo medesimo, nel cui si elaboravano i predetti armadi, il nominato P. Teologo prescelse tra molti pittori a lui offertisi per dipingere la Sagrestia il Sig. Pietro Giarrè(1) nostro fiorentino, il quale sì egregiamente ha dipinto a foggia di stucchi la volta, le pareti laterali, la tribuna ecc., Il disegno dell’ altare di marmo della Sagrestia è di Gaspero Paoletti(2) architetto fiorentino. … Si pensò bene di aggiungere statue e intagli, le prime rapprsentanti Santi e Beati del nostro Ordine, furono tutte di terracotta dal Sig. Pompilio Ticciati,(3) celebre scultore fiorentino, e gl’intagli in legno da Vincenzio Grassellini, al presente intagliatore di Corte. Nell’altare della Sagrestia è stato collocato un quadro assai celebre di Cesare Dandi, rappresentante il Divin Salvatore morto, sostenuto da vari angeli e venerato da alcuni nostri Santi. Questo quadro di trovava nella Cappella della Pietà nell’antico della Purificazione, posta fra il Campanile e la Sagrestia. Adesso è stato sostituito da altro quadro rappresentante S. Filippo Benizi opera del Vignali. Pag. 582 - 25 Marzo 1774 Combinatasi quest’anno la Festa della SS. Nunziata con quella de’ Dolori, di cui rinnovasi in Quaresima la rimembranza, fu questa differita al giorno seguente, e solennizzata in tal guisa. La vigilia vi fu la Compieta a Cappella doppia. La notte il solito Mattutino solenne. La mattina la Messa in Musica, ed il dopo pranzo il Vespro in Musica ad Concursum Populi con la solita illumnaz.e. Per detta musica F. Gio:Poggi, Bolognese, ma figlio del Convento, avea fin dal 1758 principiato a dare del suo Deposito scudi 20 annui, ma il P. Priore Baldesi osservando nell’ultimo anno del suo governo, che il P. Sindaco nel rendere i conti esprimeva una tal partita, con dire = Scudi 20 per dono gratuito di F. P. Gio:; si protestò in pubblico Refettorio, che il Convento non avea bisogno del dono gratuiti di un Converso, e che fosse stato Priore di nuovo, piuttosto gli avrebbe lasciati i suoi 20 scudi, che permettere una simil cosa. Ma siccome poco dopo fu fatto priore il P. Marco Teologo Adami, perciò proseguì a pagare fino all’ 1773; in cui era Priore per la prima volta il P. M. Gherardo Spigliati. Accadde, che dopo la morte del P. Camarlingo Barotti, fu fatto il mentovato P. M. Isidoro Baldesi suo successore in tale impiego; onde F. Gio: memore dell’accaduto non volle più pagare la d.a somma. Nel corrente anno poi essendo Priore per la 2. volta il pred.o P. M. Spigliati, gli chiese il motivo, per cui non la pagava più, ed avendolo inteso l’esortò a continuare, come fece, riprincipiando dal presente giorno a pagare 20 scudi, quando non vi era Servizio di Corte, e 10 quando vi era, perché in tal caso la spesa era minore; come però allorchè la SS. Nunziata cadeva in Settimana Santa, o sia in giorno, che non vi fosse musica, ma soltanto cappella doppia essendo adunque fino dal 13 stante a Pisa i nostri reali Sovrani, perciò questa volta non vi è stato Servizio di Corte in questa chiesa. Pag. 600 - 1 Febbario 1776 Le LL. AA. RR. Pietro Leopoldo, ed il Principe Alberto di Lui Cognato, hanno onorato con la loro Real presenza la Bottega di F. Gio: Poggi, Bolognese, figlio di questo Convento, e celebre nell’arte di Fabbro, per osservare alcuni lavori di loro attinenza.(4) Pag. 613 - 21 Settembre 1776 Pietro Leopoldo visita la bottega del fabbro Poggi con il Conte Petrucci di Siena. Pag. 614 - 16 Febbraio 1777 Dagli Accademici del Disegno è stao aggregato fra loro F. G. Poggi, nostro conv., quale però non credo, che sia per lasciar loro su di ciò gran memorie. Pag. 626 - 28 Agosto 1778 Più volte gli Accademici del Disegno hanno progettato di fare un cancello alla loro Cappella, detta Il Capitolo de’ Pittori; ma pretendendo di tenerne essi soli la chiave, non si è mai effettuata sì ottima idea. Ora poi, che sono determinati di darne una anche a noi, e l’altra tenerla presso di loro, con questo, che si procuri di tenerlo serrato, fuori del tempo dell’attuale uso di esso, come si farebbe allorchè ivi ci aduniamo a recitare il Deus miserati nostre con l’orazione Aperi domine os meum per poscia passare in Coro; e altre simili contingenze. Esso pesa Libbre 600 e l’artefice è stato F. Gio: Poggi, che ha avuto a tale effetto scudi 40 da S.A.R., e 17 dall’ Accademia. E poiché egli a pagamento intero lo valutava scudi 170, perciò sopra i menzionati 47 ne ha fatto un dono agli Accademici, in riconoscenza dell’onore compartitogli di aggregarlo nel loro C.ato, come ho detto a carta 614. Pag. 655 - 7 Dicembre 1779 Viene riparato l’ Ordigno con cui si alza il mantellino d’argento della Madonna. F. Gio: Poggi l’ha risarcito e ridotto anche più agile col variare la struttura dei denti di esso, e questi oggi è stato ricollocato al suo posto. Pag. 665 - 3 Aprile 1780 Benchè quest’oggi siamo stati privi della presenza de nostri Reali Sovrani, pure si è solennizzata con tutta la pompa la festa della SS. Nunziata, la di cui Musica, a norma di quanto si è detto altrove, è stata pagata da F. Gio: Poggi. Pag. 684 - 13 Dicembre 1780 Dopo un’Etisia senile di 3 mesi, e giorni, questa mane a ore 4 è passato agl’eterni riposi in età di anni 64 in circa il nostro F. Gio: Poggi, di Faenza, nato da Genitori Bolognesi, e che in tenera età era venuto in Firenze, e si era applicato all’arte di Magnano, in cui faceva gran progressi. Cresciuto negli anni si fece religioso nostro, e figlio di questo Convento, e proseguì ad esercitar l’intrapresa sud.a profess.e, in cui divenne sì celebre coll’aiuto della Geometria e delle Teoriche Cogniz.ni, apprese da alcuni religiosi nostri, che era ovunque acclamato per i suoi incomparabili lavori, e per le sue ingegnose Serrature, congiunte con vari e mirabili Segreti di cui ne ha lasciato un Libro a parte, che sebbene non dettagliato, ma in Cifra, perché per prudenti riflessi è stato subito portato dal P. Priore a S. A. R., che più volte si era degnato di portarsi col Duca Alberto di Sassonia, e con altri riguardevoli Personaggi a vederlo lavorare, e gl’avea inoltre assegnato 48 scudi annui a carattere di pensione. Era anche stato onorato dall’ E.mo Sciarra Colonna di sua special protez.e, autenticata con Diploma in Carta Pecora, che può vedersi da Foglio in Filza a numero 25 A, ed era inoltre per il suo gran talento aggregato alla Accademia del Disegno e dell’Arte di Firenze, e Bologna, e perciò è stata generalmente compianta da di lui perdita. Ha dato sempre ottimo saggio di vita, ha fatto notabili vantaggi al Convento e ha lasciato 1242 scudi di Denaro contante Lire 6 e Soldi 15, oltre i quali ha lasciato eziandio Libri, Strumenti, Macchine, e vari capi di diversi generi, e de’ crediti notabili con più persone, fra i quali circa 169 scudi col Sig.re Salvator Tartini, ed altri … Il giorno 20 viene decretato di mettere la sua Arme(5) ai piè del pozzo con una piccola iscrizione e di fargli celebrare 200 Messe sopra le consuete. Pag. 686 - 29 Dicembre 1780 Per avere gl’Accademici del Disegno supplicato S.A.R. di ordinare al nostro P. Priore che dasse loro il ritratto di F. Gio: Poggi, espresso in Tavola dal celebre Monsù Zofane assai al male, benchè non ultimato, la R.A.S. ha palesata al d.o P. Priore la premura, ed il piacere di appagare le loro brame, e perciò sono stati subito effettuati i sovrani desideri, e comandi, in vigor de’ quali la sud.a Accademia ha fatto sì bell’acquisto. _______________________ 1) http://www.villamedicea.it/affreschi.htm;http://commons.wikimedia. org/wiki/file:illustration_for_li_costume_antco_e_moderno_by_ Giulio_Ferrario_Europa_Vol_VII_pt_2_1831_(41).jpg; 2) Firenze 1727-1813. Basamento dell’obelisco dell’ anfiteatro di Boboli, Palazzina della Meridiana in Boboli, Terme di Montecatini. Lapide in Via della Colonna 13. 3) Autore anche delle statue dei Santi Benizi e Monaldi nel piazzale di Monte Senario. 4) Le visite si ripeteranno frequentemente. Il Poggio approfitterà della protezione del Sovrano per ottenere una camera migliore, provocando il risentimento degli altri frati. 5) Pag. 730: Tre monti con un’aquila sopra. |