RESTAURI
IL CLASSICISMO NEL VOLTO DELLA MADDALENA
Alcuni ricorderanno il mio intervento all’interno di una conferenza sul Tabernacolo di S. Tea (Reggello) del 25 giugno 2008 dove, sulle basi di un primo breve studio, esposi alcune proposizioni generali sull’opera. Tratterò qui la parte ipotizzata e divenuta, a mio avviso, definitiva, che riguarda la figura della Maddalena nella sintesi del percorso di identificazione e l’analisi estetica della stessa. Nonostante i pochissimi riferimenti iconografici a mia disposizione, sapevo che non si poteva trattare di Angelo o Arcangelo, perché il primo viene raffigurato con le chiome sciolte, il secondo ha il tipico “caschetto”, solo una Santa può avere acconciature particolari. Qui i capelli sono raccolti in una sorta di treccia e poi sciolti, anche l’accenno di veste è semplice rispetto all’iconografia angelica. Ho notato, a un’analisi attenta del contorno della testa, un chiarore circolare che inizia dalla parte posteriore e prosegue in una linea diagonale continua che si perde nella parte anteriore, si tratta di aureola, che il tempo ha quasi del tutto cancellato. Ho cercato in un secondo tempo le figure di Sante che apparivano con S. Caterina e per la loro storia e connessione alla Santa ho, via via, escluso quelle che non mi sembravano adeguate al contesto, lasciando Maddalena che appare spesso con Caterina, in quanto entrambe simbolo di sapienza. Appaiono insieme, per esempio, nell’opera di Raffaellino del Garbo del 1508, “S. Giovanni Gualberto e Santi”, Abbazia di Vallombrosa. Un dettaglio importante è stato il colore della veste verde, unito a un piccolissimo frammento del manto rosso, combinazione usatissima per la Maddalena nella raffigurazione di questo periodo storico-artistico. Comunemente si pensa che sia sempre raffigurata con i capelli sciolti ma non è così, soprattutto nel ‘500, quando l’iconografia cambia, la Maddalena diviene quasi una nobildonna e si possono trovare acconciature diverse, i capelli sono biondo-rossicci, come nella nostra figura. Nell’affresco è la figura che reputo più interessante per la caratteristica classica, rinascimentale appunto. Di una bellezza altamente eterea, dall’espressione mistica, lo sguardo lontano, l’iride chiara che acuisce il senso di spiritualità del volto, la delicatezza dei tratti somatici, il classicismo delle proporzioni, la sottile plasticità che lascia penetrare la luce creando una luminescente opalescenza con il delicato sfumato sulla palpebra superiore, verso la tempia e l’ombra nel collo e sulla mandibola. L’intenzione non è naturalistica ma astratta, metafisica. La Santa assiste, silenziosa, all’evento nel ruolo di meditatrice profonda, oltre la realtà. Alessandra Ceccherelli |