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I misteri della Cappella degli Scrovegni
Una splendida avventura intellettuale nel cuore dell’ispirazione di Giotto e dell’affascinante mondo del Trecento italiano (Antonia Arslan) A Padova, nella Cappella degli Scrovegni, Giotto rinnova radicalmente il linguaggio pittorico e avvia la grande stagione dell’arte europea. Si pensava che di questo capolavoro, tra i piùcelebrati e studiati della storia dell’arte, si fosse ormai detto tutto. Ma non è così. Anzi. A oltre settecento anni di distanza dalla sua realizzazione (1305), il capolavoro di Giotto non aveva ancora svelato tutti i suoi affascinanti misteri. Lo sguardo curioso di Giuliano Pisani, che non è uno storico dell’arte, ma uno studioso che naviga con naturalezza nella bibliografia classica greca e latina, si è fermato su quello che appariva un dettaglio insignificante e ha finito per rivoluzionare l’intera lettura del ciclo giottesco, mettendone in luce il rigoroso disegno filosofico-teologico e dandone per la prima volta una lettura unitaria. Pisani è riuscito a guardare a quel ciclo di affreschi, ad altissima densità simbolica, senza lasciarsi condizionare dalle numerose interpretazioni storico-critiche. Non solo, la sua intuizione e il suo metodo di indagine lo hanno portato a scoprire immagini dipinte da Giotto, che non erano mai state viste prima. Il caso più sorprendente è la scoperta che sotto il trono di Cristo Giudice, nella grande scena del Giudizio Universale, dove si scriveva ci fossero i simboli degli evangelisti Giovanni e Luca, compaiono invece un centauro, un orso, un luccio. La stampa e la televisione italiane hanno dato risalto a queste scoperte e alla innovativa esegesi del capolavoro giottesco, che ha aperto insospettabili scenari di ricerca a diverse discipline. La scoperta operata da Pisani è un esempio di come l’innovazione tragga origine sempre da un interrogativo e/o da un’intuizione, che deve essere supportata da rigore analitico e correttezza metodologica. Pisani analizza il capolavoro di Giotto fuori dagli schemi e dalle procedure tradizionali e arriva a sconvolgere, nell’evidenza, secoli di interpretazioni approssimative ed errate. Si pensava, per esempio, che Giotto si fosse preso diverse libertà sul piano teologico, ora si scopre invece che il disegno filosofico-teologico è così sottile, rigoroso e perfetto, che non lo si era capito per inadeguatezza culturale. Cade l’ipotesi che Giotto sia l’ideatore del programma, adattato per compiacere il ricchissimo padrone di casa, Enrico Scrovegni. Si evidenzia invece l’esistenza di un codice agostiniano, ispirato a Giotto da un frate degli Eremitani di Padova, Alberto da Padova, che morì maestro alla Sorbona e fu tra i più celebrati teologi del suo tempo. È lui il religioso sulle cui spalle Giotto pone il modellino della Cappella, a indicare appunto chi ne sia l’autore. Quest’uomo colto e raffinato, coetaneo del maestro, concepisce il tutto e collabora strettamente con il pittore, concedendogli anche una libertà espressiva di cui l’artista non godrà più nei 32 anni di vita successivi. Il connubio tra Alberto e Giotto dà vita al capolavoro. Tutto trova perfetta rispondenza: il tema della “terapia dei contrari”, l’ordine sequenziale delle virtù cardinali e delle virtù teologali, la centralità della giustizia, il tema dell’amore, la scansione tra passato, presente e futuro, la dimensione del settimo e dell’ottavo giorno. La Cappella degli Scrovegni diventa così una “Divina Commedia” della pittura, dove Giotto affresca un duplice percorso di salvezza per l’umanità, laica e religiosa, terrena e ultraterrena. Queste rivoluzionarie scoperte sono ora descritte in un libro, I volti segreti di Giotto, uscito a novembre 2008 con Rizzoli. Il Comitato Scientifico della grande mostra dedicata a Giotto nel 2009 a Roma ha pienamente riconosciuto la validità delle sue intuizioni affidando a Pisani il saggio sul programma della Cappella degli Scrovegni nel prestigioso catalogo della mostra. Pisani le ha illustrate in seminari ed incontri alla Scuola Galileiana di Studi Superiori, all’Accademia Virgiliana di Mantova, ai dottorati di ricerca riuniti di Università italiane, da Siena a Padova. Ha in definizione le date di interventi in università straniere (Melbourne, Cracovia, Freiburg) ed è stato invitato a tenere relazioni al master di Arte sacra dell’Università Pontificia Regina Apostolorum e dell’Università Pontificia Europea. |
L’autore
Giuliano Pisani, grecista e latinista, studioso di filosofia antica (Plutarco, Platone) e rinascimentale (Marsilio Ficino), è membro della Société Européenne de Culture e della Fondazione Lorenzo Valla. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, in Italia e all’estero. Attivo promotore culturale, con un’attenzione particolare rivolta al mondo giovanile, ha ideato nel 1994 il Premio letterario Campiello Giovani, di cui è tuttora Presidente del Comitato tecnico, e nel 2001 ha lanciato il progetto Gemine Muse, ora divenuto europeo, che prevede il dialogo tra l’opera di un giovane artista con un’opera di sua scelta conservata in un museo. Da anni lavora alla realizzazione in Padova del Giardino dei Giusti del Mondo, che è stato inaugurato il 5 ottobre 2008, e che onora con una pianta tutti coloro che si sono opposti ai genocidi dell’ultimo secolo in ogni parte del mondo. Nel 1990 ha vinto il Premio Monselice – Leone Traverso, per la traduzione letteraria. Nel 1999 ha ottenuto il Premio Marcello d’Olivo - Città di Lignano – V ed. (Sezione Lettere) e nel 2000 il Premio Francesco Petrarca dell’Accademia Euganea di Scienze, Lettere e Arti. Nel 2009 ha vinto con I volti segreti di Giotto il Premio del librario – Città di Padova, XVI ed. , nella sezione saggistica. “I VOLTI SEGRETI DI GIOTTO” Autore: Giuliano Pisani Editore: Rizzoli Dati: novembre 2008, p. 365 |