Il campanile della Basilica S.Spirito - Firenze
(fotografia di Sailko)
Renacci è una località nel Valdarno Superiore, nel Comune di San Giovanni Valdarno (Arezzo). Originariamente era una vasta fattoria, dei marchesi Rinuccini di Firenze, costellata da case coloniche, disseminate in un territorio che oggi è suddiviso tra i comuni di San Giovanni Valdarno, Castelfranco di Sopra, Figline Valdarno e, fino al 1836, Terranuova Bracciolini. Nel 1834 la proprietà passò alla famiglia Corsini di Firenze, a seguito del matrimonio di Eleonora Rinuccini, ultima erede della famiglia, con Neri Corsini.
Repetti (1), riassume così la sua storia: “Contrada con villa ed estesa tenuta de' marchesi Rinuccini patroni della chiesa parr. di S. Silvestro sul Renaccio nel piviere di S. Giovanni di Val d'Arno, Com. Giur. e circa quattro migl. a maestr. di Terranuova, Dioc. di Fiesole, Comp. di Arezzo. Porta il nome di Renaccio una vasta fattoria con 56 poderi e villa signorile situata alla destra dell'Arno lungo la strada provinciale Valdarnese, nell'altipiano di umili colline sabbiose, donde ebbe il vocabolo di Renaccio o Renazzo. Essa è posta sul confine della diocesi e antica giurisdizione di Fiesole con quella di Arezzo, in guisa che nei secoli di mezzo una chiesa di questa contrada (S. Niccolò al Renaccio) apparteneva al piviere di Gropina nella Dioc. aretina, mentre la parrocchiale di S. Silvestro al Renaccio spetta alla Dioc. di Fiesole. La più antica memoria del luogo di Renaccio dubito che sia quella di una pergamena del 12 giugno 1095 scritta presso il Cast. Wineldi (Figline) in cui si rammentano delle terre situate al Renaccio. (Arch. Dipl. Fior. Carte della Badia di Passignano). La chiesa parrocchiale di S. Silvestro fu un tempo manuale della vicina Badiola di S. Mamma, ch'era di padronato dell'abbate del Mon. di S. Silvestro a Nonantola: per ordine del quale lo spedaletto esistito a Monte Marciano con la chiesuola di S. Michele fu traslocato nel 1346 presso la ch. di S. Silvestro al Renaccio. La tenuta del Renaccio vedesi attualmente adorna di gigantesche piante di lecci e di querci alternanti con vasti poderi posti a sementa, a viti e a ulivi. Il palazzo signorile de' March. Rinuccini risiede poco lungi dalla chiesa parrocchiale e dalla sua canonica, tanto l'una che l'altra insieme al grandioso e vago campanile stati riedificati di pianta nell'anno 1704. Sennonché il terreno alquanto instabile per la vicinanza delle balze tufacee, continuamente corrose dalle acque pluviali, minaccia corta vita a quegli edifizj. La parr. di S. Silvestro al Renaccio nel 1833 contava 486 abit. dei quali 133 entravano nella Com. di Castelfranco di Sopra, 29 in quella di Figline, e 14 nell'altra di San-Giovanni”.
Le prime indicazioni certe di Renacci, quindi, sembrano essere quelle di un documento del 12 giugno 1095, stilato nel castello di Wineldi a Figline Valdarno e citato da Repetti. Invece, in un atto del 1198, un Reinerus de Rinaccio è presente al giuramento di fedeltà del Castello di Figline nei confronti di Firenze. Nel giuramento viene elencato nella categoria dei milites(cavalieri) insieme ad altri dodici nominativi. L’atto è trascritto dal giudice e notaio Mainetus di Guerio e riportato da R. Davidsohn in “Storia di Firenze”, v.I, p .757 e seg., e da P. Santini in “Documenti”, doc. 23, 24, 25 p.41 e seg. (ASF, Capitoli Rag. XXIX, c.191 ab).
Adesso il luogo è caratterizzato da alcune interessanti case coloniche settecentesche, dalla villa padronale e dalla chiesa con la canonica e l’oratorio.
La villa, anch’essa di origine settecentesca, conserva l’architettura tipica delle residenze signorili di campagna, nonostante sia stata ampiamente rimaneggiata agli inizi del novecento e dopo gli eventi dell’ultima guerra.
La struttura della chiesa di Renacci, dedicata a San Silvestro, fu seriamente compromessa dal trascorrere dei secoli e, probabilmente, dall’incuria, fino a minacciare la completa rovina. Soltanto nel 1670, i Rinuccini ottennero “la facoltà di costruire dai fondamenti un oratorio pubblico, in prossimità della loro villa” (2). L’edificio, eretto a fianco dell’antica chiesa, fu ultimato nel 1676. Nel 1678, ottenne il consenso di trasformazione da oratorio a chiesa.
Nel 1725 fu conferito incarico(3) all’architetto e scultore Pietro Paolo Giovannozzi (1658-1734, famoso urbanista dell’epoca e progettista di fiducia della corte medicea e di casa Rinuccini) della ristrutturazione del fabbricato.
Il campanile a torre fu eretto nel 1803, ispirato a quello della Chiesa di Santo Spirito in Firenze, opera di Baccio d’Agnolo del 1503. Forse per ricreare nella tenuta, un angolo fiorentino dove i Rinuccini avevano, in quegli anni, la loro principale dimora o per commemorare, trecento anni dopo, l’inizio della costruzione della torre campanaria della stessa Basilica di Santo Spirito.
La chiesa, gradevolmente decorata, è caratterizzata da un interessante stile barocco. Restaurata nel 1902 e in seguito nel 1989, all’interno conserva una grandiosa tela ad olio (cm.149x190), raffigurante il matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria sul Monte Sinai, dovuta a Palma il Giovane (Jacopo Negretti, 1544-1628). L’opera riporta, in basso a sinistra, la firma “jacobus palma f.” e proviene dall’antica raccolta di opere d’arte dei marchesi Rinuccini. “In essa vediamo la Maria SS.ma col Bambino Gesù in collo, il quale con grazia e soddisfazione infila l’anello in dito a S. Caterina inginocchiata davanti a Lui. In alto vi è una gloria di angioletti che sostengono la ruota, simbolo del martirio di quella Santa. Il colorito delle figure si mantiene tutt’ora bellissimo”.(4) Il dipinto è considerato un raro esempio di pittura veneta in Toscana.
(RC)
Note (1) E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, vol. IV, pag. 742, Firenze, 1839. (2) G. MARTELLINI, Renacci: un’oasi di verde e di pace, Lit. Valdarnese, San Giovanni Valdarno, Arezzo 1989. (3) S. MELONI TRKULJA, G. TROTTA, Via di Monteoliveto: chiese e ville di un colle fiorentino, Edifer, Firenze, 2000. (4) G. MARTELLINI, ibid.