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THIS IS NOT MY HOUR
di Peter Russell Studio e traduzione dai Sonnets a cura di Raffaello Bisso Edizioni del Foglio Clandestino A volte penso che tutto sia perduto, che questa fatica sia solo uno spreco di tempo. I ricchi e famosi la fanno franca col crimine; -- io ho speso tutto il mio per la poesia, a un costo che la gente considera folle. Alcuni, ben che vada, si figurano le pretese del Sublime, più raro ancora è chi ravvisi in una rima l’Estasi diagnosticata da Longino. Gli ininterrotti talk-show del Parlamento cambiano l’ardua cultura in spettacolo, dettano legge pubblicità e profitto, tutto è speso in distrazioni e lotterie, -- « Son sano! », sbotto, « e tutto il mondo è pazzo! », -- Eli era cieco, e Samuele udì il richiamo. Nell’estate del 2000 Peter Russell mi inviò, ‘con preghiera di traduzione’, una raccolta dattiloscritta di poesie dell’anno precedente. La ‘preghiera’ in realtà sottintendeva l’urgenza di una traduzione rapida perché Peter intendeva pubblicare quanto prima la raccolta. Ma io non riuscivo assolutamente a conciliare la rapidità richiesta con la cura necessaria al lavoro, né purtroppo avevo tempo illimitato da dedicare all’impresa. Dopo la morte di Peter, la responsabilità per il dono e la sfida che avevo lasciati in sospeso mi ha spinto a proporre alla rivista Il Foglio Clandestino una scelta dei ‘Sonetti’, presentata come sintetico studio interpretativo. In seguito l’editore mi ha proposto di raccogliere in volume il materiale. Questo libro non è perciò propriamente la traduzione dei ‘Sonetti’ del Pratomagno ma uno studio a più mani su di essi. (Raffaello Bisso) *** Difficile cavare un estratto da questo libro eccellente (Peter Russell, This is not my hour, Edizioni del Foglio clandestino, 2010), perchè qualsiasi sua selezione somiglia a guardare un panorama con un cannocchiale alla rovescia. Il libro andrebbe letto e riletto nella sua completezza, poichè ricco, articolato, colto, sapienziale, un libro che si apparenta a buon titolo alla poesia di Pound e Eliot, incastonata però, almeno in questo libro, in una forma classica come quella del sonetto, non solo di ascendenza shakespeariana o miltoniana, ma anche del medioevo italiano. In questo Russell ci è fratello, fratello della nostra tradizione migliore, oltre ad essere stato nostro "conterraneo" avendo vissuto in Toscana, nel Pratomagno, per circa venti anni, fino alla morte avvenuta nel 2003. Il libro è frutto dell'affetto di Raffaello Bisso, curatore e traduttore, che con esso porta a buon fine un impegno anche di amicizia contratto con l'autore, impegno non indifferente non solo in termini traduttivi ma anche di "interrogazione" del testo e delle cospicue implicazioni culturali ad esso sottese, come dimostrano le note accuratissime. "Se il sonetto é tra le forme adatte o tradizionalmente adattate alla riflessione sapienziale, alla critica civile e culturale ecc., meglio che fissato come ‘forma’ assoluta serve vederlo nel tempo e nello spazio mutevoli della storia di una letteratura e nel fuoco della prassi degli autori. Nei Sonnets, l’attenzione ai livelli del testo indica la presenza di un altro elemento organico, essenziale alla logica di funzionamento di questa scrittura, di cui regge parte del carico comunicativo facendo convergere le parti verso l'intensificazione e l'eccedenza espressiva". Su temi poeticamente essenziali, come emergenze dal tessuto apparentemente pastorale: come "quello di meditazione sulla fine, qoheletiana sui generis, ma in cui serpeggia secondo il virgiliano "Latet anguis in herba" (Ecl.III) la modalità dell'Et in Arcadia Ego" (Bisso), accompagnata da una critica acuta alla società impazzita da cui il poeta si è appartato, e da una osservazione della natura che diventa anche, correlativamente, scatto e impulso della poetica russelliana. (G.Cerrai in Libri ricevuti at 19:27) |
L’autore Il poeta inglese Peter Russell nasce a Bristol il 16 settembre 1921 e muore a San Giovanni Valdarno il 22 gennaio 2003. Ultimo dei grandi lirici moderni, erede della tradizione simbolista e modernista che ha avuto in Yeats, Eliot e Pound i massimi esponenti, fu inserito fra i candidati al Nobel. Assai ricche le vicende umane e letterarie. In una continua compenetrazione tra vita vissuta, momento creativo e produzione letteraria, Russell ha vissuto, prima a Berlino, intervallando poi il successivo periodo italiano con lunghi soggiorni all’estero, in Canada, negli Stati Uniti e quindi in Iran. L’Italia è stata il suo paese prediletto e dopo il prolungato soggiorno veneziano, dal 1983 è vissuto a Pian di Scò (AR) e nel mulino de ‘La Turbina’ trasformato in una casa-biblioteca arredata soltanto con pochi mobili e con diecimila volumi, oltre a un prezioso archivio personale. Nella casa di riposo di Castelfranco di Sopra, dove era stato costretto a trasferirsi nel 2001, è sopravvissuto in uno stato di quasi totale cecità, mantenendo col mondo soltanto sporadici contatti epistolari, ma continuando tenacemente la sua ricerca poetica. Anche negli scritti di quest’ultimo periodo aveva conservato un’acuta percezione. “THIS IS NOT MY HOUR”
Autore: P. Russell Edizioni del Foglio Clandestino Collana: La selce e il loto Dati: 2010, p. 122 ISBN 978-88-902114-6-1 |